Cosa fare di fronte al morso di un bambino? Quali sono gli interventi educativi da mettere in campo? Come possiamo insegnare a comunicare rabbia e frustrazione in modo più evoluto e funzionale? Ecco 5 indispensabili regole…
Nei precedenti articoli abbiamo esplorato i vissuti di noi genitori di fronte al morso di un bambino nel contesto del Nido.
Ci siamo poi interrogati su quale sia il significato di questo gesto e siamo arrivati a comprendere come il morso rappresenti una modalità di comunicazione non evoluta e normale in bambini sotto i 24 mesi.
Ma cosa possiamo fare noi genitori quando il nostro bambino morde? In che modo possiamo disincentivare questa modalità di comunicazione? Quali interventi educativi possiamo predisporre? Ecco 5 regole fondamentali…
1- Coerenza!
Il morso, inteso come modalità di interazione e di manifestazione delle proprie emozioni, deve ovviamente essere disincentivato in funzione di strumenti maggiormente evoluti.
Il primo passo per compiere questa “impresa” è ovviamente riferibile agli interventi che noi adulti mettiamo in atto…
Ma cosa accadrebbe se le varie figure (genitori, nonni, zii, educatrici…) che popolano la vita dei nostri bimbi agissero ognuna a proprio modo?
Probabilmente un gran pasticcio!
Ecco che allora coordinare gli interventi, stabilire strategie comuni ed essere coerenti diventa di fondamentale importanza!
Noi adulti abbiamo capacità di esprimerci infinitamente maggiori rispetto ai nostri bimbi, abituiamoci ad usarle e comunichiamo tra noi per coordinare i nostri sforzi.
2- Stop!
Quando il morso si verifica è di fondamentale importanza intervenire nel modo giusto…
Una modalità da utilizzare può essere quella di fornire uno Stop!: Una frase come “NO! NON SI FA!” dovrebbe funzionale.
Se poi un intervento unicamente incentrato sul canale verbale non fosse sufficiente possiamo anche mettere in atto un’azione volta a separare i bambini.
Attenzione però! L’intervento fisico non deve mai essere brusco né connotato di aggressività. Non vogliamo certo che passi il messaggio che quando si è arrabbiati non si morde ma si picchia…
Infine possiamo pensare di dare alternative al bambino… Se ci troviamo in piena fase di esplorazione orale possiamo infatti predisporre dei giochi “mordevoli” da utilizzare in questi casi.
3-Lasciamo che se la cavino da soli!
Dobbiamo a questo punto fare una distinzione… una cosa è il morso, un’altra è il conflitto.
Se nel caso del morso ci troviamo di fronte ad un gesto che deve essere disincentivato in favore di modalità più evolute, quando parliamo di conflitto dobbiamo ricordarci (per approfondimenti prova a rileggere l’articolo sulla resilienza) che questa dinamica è fondamentale per insegnare al nostro bambino a regolare il proprio comportamento rispetto agli altri ed a tollerare meglio la frustrazione.
Ricordiamoci quindi di intervenire solo quando è necessario, senza però smettere di monitorare la situazione.
4- No panic!
Come già ricordato in precedenti articoli, l’ansia può diventare un nemico. Come sconfiggerla? Cercando di comprendere il significato di quello che sta accadendo…
Nel caso del morso, come già ribadito più volte, non ci troviamo di fronte al gesto di un novello Hannibal Lecter ma stiamo semplicemente assistendo ad un modo di comunicare rabbia e frustrazione.
Cerchiamo quindi di non confondere i nostri giudizi e le nostre preoccupazioni con quello che sta in effetti accadendo.
Ricordiamoci poi che un’eccessiva ansia nel comunicare con i nostri bambini può portare ad una stabilizzazione del gesto come strumento per attirare l’attenzione.
5- Regole!
Solo dopo i 18/24 mesi… Perché? Semplicemente perché prima il nostro bimbo non è in grado di accoglielre, comprenderle e rispettarle.
Quando però i nostri bambini diventano più grandi possiamo, con grande semplicità, iniziare ad introdurre piccole norme che tutti in famiglia devono rispettare.
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