Quali sono le regole di una comunicazione efficace tra genitori e figli? Come possiamo affrontare al meglio problemi, conflitti, liti e quotidianità? In questo articolo cercheremo di trovare insieme una risposta…
Nel rapporto quotidiano con un figlio conflitti e scontri di opinioni sono all’ordine del giorno… compiti, disordine in camera, prepararsi per uscire, uso della tecnologia, andare a letto sono solo alcuni dei terreni di scontro più fertili e comuni.
Ecco che allora imparare a comunicare in modo efficace con il nostro bambino diventa un’abilità di fondamentale importanza.
E questo non sono per le situazioni di scontro ma anche, e soprattutto, per i semplici e decisamente più piacevoli scambi educativi e di gioco.
In questo articolo parleremo quindi di 6 regole fondamentali per una buona comunicazione tra genitori e figli.
Il corpo rispecchia le emozioni!
La posizione che assumiamo può influire moltissimo sul nostro stato d’animo. Quando il nostro corpo è teso, anche la mente ne risente; per questo motivo è molto importante che il nostro corpo, inteso come postura ed atteggiamento, rispecchi il nostro intento comunicativo.
Se ad esempio stiamo sgridando nostro figlio è bene alzarsi in piedi, in modo da manifestare anche a livello fisico la differenza di ruolo tra un genitore e suo figlio. Se invece vogliamo impostare una comunicazione empatica possiamo sederci vicino al nostro bambino, magari di fianco a lui in modo da trasmettergli che cerchiamo di comprendere il suo punto di vista.
Usiamo il presente!
Quando parliamo con nostro figlio il momento importante è quello che stiamo vivendo, non il passato o il futuro. E questo è valido in modo particolare per una comunicazione di tipo educativo!
Quando parliamo ai nostri bambini dobbiamo quindi cercare di concentrarci sul “qui e ora”, sfruttando anche la naturale predisposizione dei più piccoli a vivere il momento presente.
Passato e futuro sono quindi banditi? Assolutamente no!
Dobbiamo però utilizzare la temporalità in funzione delle capacità dell’interlocutore, che ricordiamoci è solo un bambino. Il confronto con il passato può quindi essere usato come termine di paragone (e mai di recriminazione) mentre un riferimento al futuro può essere utilizzato in ottica evolutiva.
Prendiamoci i nostri momenti di silenzio!
Molte persone credono che la comunicazione efficace si basi unicamente su un botta e risposta istantaneo in cui le parole giuste devono venire istantaneamente in modo spontaneo.
In realtà nella comunicazione efficace pensare prima di parlare è fondamentale, per questo motivo può essere utile prendersi delle pause per non correre il rischio di farsi trascinare dalle emozioni!
Comunichiamo in modo essenziale!
Monologhi e lunghi discorsi servono a poco perché la capacità di stare attento del nostro bambino (Attenzione Sostenuta) è limitata.
Quindi è molto meglio usare poche parole che abbiano un buon impatto sui nostri figli in modo da fargli capire al meglio il concetto senza costringerli a doverci ascoltare per ore..
Mettitamoci in discussione!
Solo perché parliamo con un bambino non è necessariamente detto che abbiamo ragione!
Infatti una buona comunicazione avviene solo quando si verifica uno scambio non solo di informazioni, ma anche di stati d’animo e di emozioni.
Purtroppo nel rapporto genitori-figli tendiamo a mettere sempre in primo piano le nostre idee ed i nostri modi di pensare trascurando invece di ascoltare e cercare di capire il punto di vista di nostro figlio.
Ricordiamoci che cercare di comprendere non significa giustificare!
Facciamo sentire importante il nostro bambino!
A volte un silenzio vale più di mille parole, in particolar modo quando esprime un reale tentativo di comprendere come il nostro interlocutore si sente.
Per questo motivo molte volte non dobbiamo pensare di dover obbligatoriamente parlare per sostenere nostro figlio.
In alcune circostanze è sufficiente mostrare empatia nei suoi confronti anche se non siamo d’accordo con il suo modo di vedere le cose.
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