Come gestire i compiti e le lezioni a distanza ai tempi del Coronavirus? In che modo possiamo aiutare i nostri figli a tenere il ritmo della didattica e motivarli a continuare ad imparare? Scopriamolo insieme…
Negli articoli delle scorse settimane abbiamo affrontato la tematica del difficile momento che tutti noi stiamo attraversando a causa del Coronavirus.
Nel dettaglio ci siamo concentrati su come comunicare la situazione ai nostri bambini e su quali siano le ansie e le paure più comuni che i nostri figli potrebbero trovarsi a fronteggiare.
In questo articolo ci concentreremo invece su una problematica maggiormente pratica ma non per questo meno impegnativa da affrontare… la gestione della scuola e dei compiti.
Per molti genitori, infatti, la chiusura fisica delle scuole e l’introduzione della didattica a distanza ha rappresentato un vero e proprio dramma.
Il motivo di queste comprensibili difficoltà va ricercato nel fatto che tutto il peso dell’istruzione e della didattica, che prima era giustamente delegato in buona parte alla scuola, viene a trovarsi completamente sulle nostre già provate spalle!
Per questa ragione è forse utile cercare di analizzare e capire il momento e provare ad individuare delle strategie da spendere nella gestione dello studio dei nostri bambini…
1- La situazione è nuova… per tutti!
La prima doverosa considerazione da cui partire per ogni intervento di gestione del momento compiti è che la situazione che stiamo vivendo non ha precedenti.
A memoria infatti nessuno di noi si è mai trovato a fronteggiare una chiusura così prolungata delle scuole con la richiesta di proseguire con il programma a distanza.
Per tale ragione se ci sentiamo impreparati, sperduti e privi di punti di riferimento nel gestire la situazione non siamo certo i soli!
Nessuno è preparato, tantomeno i nostri figli…
Non potendo attingere ad esperienze precedenti per impostare al meglio la didattica a casa dobbiamo quindi affidarci alla costruzione di nuovi ritmi ed abitudini, ovviamente partendo dal presupposto che i nostri figli non possono essere caricati del peso della responsabilità di svolgere in totale autonomia i loro compiti.
Dimentichiamo le vacanze e gestiamo la situazione partendo da zero, da nuove routine e nuove abitudini di lavoro, senza fare confronti e legittimando le difficoltà che incontriamo come un qualcosa di assolutamente normale!
2- Creiamo nuove routine!
La prima cosa da cui partire, per gestire al meglio il momento, riguarda la costruzione di una routine di apprendimento…
Ma cos’è esattamente una routine?
Una buona definizione potrebbe essere quella di una serie di comportamenti ed abitudini prevedibili, che iniziano sempre alla stessa ora e che si articolano in un modo che già conosciamo.
Prevedibilità e ripetitività sono le caratteristiche che dobbiamo coltivare, in modo da creare con il tempo un vero e proprio rituale dei compiti, così come avviene ad esempio per i pasti e l’addormentamento…
Un rituale adatto alle richieste esterne (orario delle lezioni, disponibilità di noi genitori…) ma che tenga conto anche delle caratteristiche, dei bisogni e dei “momenti” di ogni bambino…
3- Ricordiamoci che non siamo a scuola!
Un aspetto fondamentale da tenere bene a mente è che, se è vero che i nostri bambini a scuola fanno otto ore di lezione con qualche breve pausa per l’intervallo, mantenere un simile ritmo anche a casa è semplicemente impossibile.
Perché? Per la semplice ragione che non siamo a scuola!
Svolgere i compiti e studiare a casa presenta infatti molte e significative differenze, raggruppatili per comodità in due grandi macro-categorie: cosa c’è in più e cosa c’è in meno.
Nella categoria del “cosa c’è in più“ possiamo facilmente individuare un numero molto grande di distrattori…
Il televisore (anche se spento…) il cellulare di mamma e papà, i giochi… per non parlare poi di un eventuale fratellino che gira per casa chiedendo attenzione!
E quando ci sono costanti elementi che distraggono concentrarsi diventa davvero molto difficile.
Anche quello che “c’è in meno” rappresenta una fonte di ostacoli da non sottovalutare…
In questa categoria possiamo inserire tutto l’ambiente classe, gli altri compagni che stanno attenti e che occasionalmente offrono brevi momenti di svago, l’insegnate che viene identificata con la richiesta di impegno e concentrazione…
4- Anche l’ambiente è importante!
Per le ragioni descritte nei precedenti paragrafi, oltre che strutturare il tempo dello studio è importantissimo riuscire a far fare i compiti ai nostri bambini in un ambiente il più possibile libero da distrattori.
Una scrivania o un tavolo con sopra solo i libri e l’astuccio, il fratellino che gioca in un’altra stanza, il televisore spento ed il cellulare su silenzioso sono solo alcuni degli accorgimenti che dobbiamo sforzarci di mettere in pratica.
Ma ce n’è uno ancora più importante…
Se abbiamo deciso di affiancare i nostri figli nello svolgimento dei compiti e delle lezioni allora dobbiamo cercare di farlo in modo totale ed esclusivo.
Cucinare, lavare i piatti o lavorare mentre studiamo insieme ai nostri bambini non deve rientrare nelle nostre abitudini!
Proviamo a pensare a come reagiremmo se la maestra di nostro figlio guardasse il cellulare mentre spiega…
5- Non siamo insegnanti!
Un’ultima considerazione va doverosamente dedicata al ruolo, non scelto e sicuramente non desiderato, che ci viene chiesto di assumere…
Noi non siamo insegnanti, siamo genitori e come tali, in questo periodo difficile, siamo chiamati a tamponare ed a farci carico di un bisogno che normalmente deleghiamo a persone che hanno studiato e si sono preparate per insegnare.
Per tale ragione, e tenendo anche conto di tutte le difficoltà descritte in precedenza, non possiamo pretendere dai nostri bambini né da noi stessi di ottenere ottimi risultati in tempi brevi e senza difficoltà.
Ricordiamo che quello che ci viene chiesto è di provarci, tenendo conto delle nostre caratteristiche e delle difficoltà che i nostri bambini potrebbero mostrare.
Facciamo quindi lo sforzo di sospendere il nostro giudizio, impegniamoci in questa nuova impresa ma resistiamo alla tentazione di confrontare i nostri risultati con quelli degli altri o di porci aspettative troppo altre.
Mostriamo verso noi stessi e verso i nostri bambini quell’indulgenza che ci aspettiamo che le maestre mostrino con loro al momento del rientro a scuola!
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