Come stimolare l’intelligenza emotiva…

Cosa si intende per intelligenza emotiva? Come possiamo noi genitori stimolare questa capacità nei nostri figli? In che modo possiamo aiutare i nostri bambini a gestire meglio le loro emozioni? Ecco 5 utili passi…

Per intelligenza emotiva si intende tutto quell’insieme di capacità che consente ad un bambino (ma anche ad un adulto!) di comprendere e legittimare ciò che sente e di trasformarlo in un comportamento socialmente adeguato.

MA COME POSSIAMO INSEGNARE QUESTA CAPACITÀ AI NOSTRI FIGLI?

La prima cosa da ricordare è che un genitore deve imparare a disgiungere un comportamento non adeguato dall’emozione che lo ha provocato.

L’emozione è sempre contestuale ed adeguata, il comportamento invece no.

Partendo da questo fondamentale presupposto, l’obiettivo che ci dobbiamo porre come genitori è quello di diventare una sorta di allenatori emotivi per i nostri bambini.

La base per raggiungere questo obiettivo va ricercata nel concetto di empatia.

Il significato di questo termine riguarda la capacità di immedesimarsi nell’altro e di capire come si sente; in tal senso la competenza che noi genitori siamo chiamati ad acquisire diventa quella di comprendere le emozioni dei nostri bambini e, successivamente, di aiutarli a tollerarle e gestirle.

È inoltre necessaria un’ulteriore componente: dobbiamo infatti riuscire a tollerare anche emozioni negative  senza minimizzarle, sottovalutarle o deriderle.

UN COMPITO PIÙ FACILE A DIRSI CHE A FARSI!

Come fare quindi? Ecco cinque passi da seguire…

1- COSA SI NASCONDE DIETRO IL COMPORTAMENTO SBAGLIATO?

Molto spesso quando i nostri figli sono agitati o arrabbiati si ritrovano a manifestare comportamenti che ci mettono in grande difficoltà. Pensiamo ad esempio a una crisi al supermercato, o una scenata davanti a parenti ed amici…

Se riusciamo però a controllare le nostre reazioni ed a fare lo sforzo di provare ad immedesimarci nei nostri bambini, possiamo scoprire che dietro le condotte problematiche molto spesso si nascondono emozioni intense e difficili da raccontare.

Non dobbiamo infatti dimenticare che i nostri figli, specie se molto piccoli, ancora non possiedono una capacità linguistica tale da permettergli di descrivere ciò che sentono.

Riuscire a capire le loro emozioni è quindi un primo, fondamentale passo.

2- COME GESTIAMO CHE NOSTRE REAZIONI?

È UN COMPITO ESTREMAMENTE DIFFICILE… SOPRATTUTTO QUANDO I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI AVVENGONO IN PUBBLICO!

Un piccolo aiuto possiamo trovarlo se riusciamo a riconoscere il momento di crisi del nostro bambino come una buona occasione per aiutarlo ad acquisire nuove competenze.

In questi momenti è utile poi ricordare che evitarenegare o sminuire le emozioni negative non è una buona idea.

L’obiettivo è quello di riuscire ad imparare a riconoscere le emozioni dei bambini prima che sfocino in crisi, disinnescando così i comportamenti problematici.

3- IMPARIAMO AD ASCOLTARE…

Se siamo riusciti a riconoscere le emozioni del nostro bambino e ad evitare una nostra reazione eccessivamente critica allora siamo pronti per mettere in pratica un ascolto empatico.

Sediamoci quindi alla stessa altezza dei nostri figli, parliamogli in modo calmo e rilassato e cerchiamo di ascoltarli evitando critiche e suggerimenti.

LA COSA PIÙ IMPORTANTE È CERCARE DI RICONOSCERE LE EMOZIONI CHE HANNO MOSSO I COMPORTAMENTI, ASTENENDOSI DAL DARE SOLUZIONI.

4- LAVORIAMO SUL VOCABOLARIO EMOTIVO…

Potrebbe forse sorprenderci, ma la realtà è che spesso i nostri figli non hanno idea di come si chiamino le sensazioni che provano.

IN QUESTO DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE AIUTARLI!

Insegnare ai nostri bambini le parole per dare un nome alle emozioni che provano è di fondamentale importanza; dare un nome aiuta infatti a trasformare una sensazione senza forma e spesso dirompente in un qualcosa di cui si può parlare.

In altre parole, poter nominare quello che si sta provando aiuta a trasformare le emozioni in pensieri.

Ricordiamoci poi di dare un riscontro empatico: ad esempio “anche io mi sarei sentito così se mi avessero fatto…

5- AIUTIAMOLI A TROVARE LE LORO SOLUZIONI!

Dopo aver riconosciuto le emozioni dietro i comportamenti, esserci messi nei panni dei nostri bambini ed averli aiutati a trovare un nome per definire quello che provano, è arrivato il momento di porre un freno ai comportamenti sbagliati. 

Un modo funzionale potrebbe essere quello di stimolare i nostri figli a trovare soluzioni alternative e maggiormente accettabili. 

Ovviamente il primo passo deve essere quello di interrompere il comportamento disfunzionale, cercando però di evitare sculacciate e punizioni umilianti. 

Una modalità che invece può essere utilizzata è quella dello STOP (per conoscere meglio questa tecnica scarica qui l’ebook gratuito!): possiamo dire al nostro bambino una frase come “adesso sei molto arrabbiato, siediti e calmati e poi ne riparliamo….”

Una volta interrotto il comportamento possiamo poi passare all’aiutarli a trovare soluzioni diverse.

Potremmo proporre un gioco di fantasia, come ad esempio riprodurre la stessa scena utilizzando delle bambole, oppure possiamo scrivere una lista di possibili risposte su un foglio per poi cancellare quelle che non piacciono.

Come ultimo passo stimoliamo i nostri bambini a scegliere la risposta migliore, magari chiedendogli se pensano che la soluzione scelta funzionerà e come si sentiranno dopo.

In questo post abbiamo imparato il significato del concetto di intelligenza emotiva.

Ci siamo poi concentrati su 5 utili passi per stimolare questa capacità nei nostri figli.

Ricordiamo sempre che le emozioni dei nostri bambini non sono mai sbagliate o esagerate e che è compito di noi genitori insegnargli a trovare le risposte migliori alle loro legittime sensazioni.

IN BOCCA AL LUPO!

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