Come cambia il rapporto con il mondo nei nostri figli preadolescenti? Quali sono le sfide evolutive che un ragazzo è chiamato ad affrontare? E ancora, in che modo si modifica il nostro ruolo di genitori con l’ingresso dei nostri ragazzi nella preadolescenza? Scopriamolo insieme…
Come abbiamo visto nell’articolo precedente la preadolescenza può essere definita come una fase evolutiva necessaria, uno snodo di passaggio nel lungo percorso che porterà il nostro bambino a costruire, mattone dopo mattone, l’adulto che sarà domani.
Abbiamo quindi riflettuto insieme su come cambiano le priorità dei nostri figli e sulla necessità che i ragazzini mostrano di differenziarsi da noi genitori, spesso attraverso un aperto conflitto.
Ci siamo infine soffermati sulle modalità di pensiero utilizzate da un preadolescente, concentrandoci in modo particolare sugli aspetti più concreti e sulla percezione della temporalità.
Ma perchè questi stravolgimenti sono necessari? Cosa muove il cambiamento che osserviamo nei nostri figli?
E ancora, quali sono le sfide evolutive che un preadolescente deve superare?
Per rispondere a queste domande è forse utile soffermarsi sul concetto di cambiamento, prendendo come esempio il passaggio dalla scuola elementare alle medie…
Quando il nostro bambino frequentava le elementari tutto era più semplice… A scuola lo accompagnavamo e tornavamo a prenderlo. Gli orari del tempo pieno poi lo tenevano impegnato anche al pomeriggio.
L’organizzazione dei compiti dipendeva da noi e, per quanto fosse faticoso, avevamo sempre il polso di quello che stava facendo.
Le uscite poi erano sempre mediate, il tempo libero di nostro figlio coincideva con il nostro e non esistevano problemi di orari o limiti.
Anche a livello domestico le richieste di contribuire ed aiutare in casa erano limitate e spesso non particolarmente impegnative.
Cosa succede con il passaggio alle medie?
Semplicemente cambia tutto!
L’ambito scolastico esce dalla nostra portata e nostro figlio è chiamato ad organizzare da solo lo studio pomeridiano ed a fare i compiti in modo autonomo.
Cartella e cura dei materiali diventano una routine che i nostri ragazzi devono imparare ad eseguire ed a fare bene, anche perché la scuola non si dimostra certo avara di rimproveri e note.
Andare e tornare da scuola divengono territori di autonomia, con la complicazione per noi genitori di gestire orari che ormai non ci appartengono più.
Anche il tempo libero esce dal nostro controllo per entrare in un’area di influenza più sfumata ed incerta. Parole come impegno preso e responsabilità entrano prepotentemente nel nostro vocabolario.
E per i nostri ragazzi? Quali competenze sono chiamati ad acquisire?
Possiamo riassumerle tutte in due grandi categorie…
Autonomia!
Spostarsi, organizzarsi, studiare, uscire con gli amici, gestire i propri materiali scolastici, fare da soli… Un elenco potenzialmente infinito.
Certo diventare autonomi è un compito difficile, un compito che ci spaventa soprattutto se pensiamo di metterlo sulle spalle dei nostri bambini.
Dobbiamo però ricordarci che fare da soli è indispensabile per diventare grandi e che quindi, ovviamente in modo graduale, dobbiamo accompagnare i nostri figli verso questo indispensabile traguardo.
Spesso poi potremmo sorprenderci nel constatare che sono proprio i nostri figli a chiederci da lasciarli fare da soli!
Responsabilità!
Compagno di viaggio dell’autonomia, da cui spesso è inseparabile, il senso di responsabilità su sé stessi e su quanto si fa deve diventare una competenza fondamentale dei nostri ragazzi.
Compiti, scuola, uscite, autonomia ma anche mansioni domestiche, aiuto in casa e rispetto di limiti ed orari rappresentano alcune delle aree in cui nostro figlio sperimenta la responsabilità di sé.
Anche in questo caso ricordiamoci che diventare responsabili non si ottiene in un giorno! E’ piuttosto un percorso e spetta a noi guidare i nostri figli…
Lascia un commento