Perché i miei figli litigano di continuo? Come mai sono sempre in competizione? Quali sono le emozioni che regolano il rapporto tra fratelli? Scopriamolo insieme!
Una delle difficoltà più comuni che i genitori incontrano riguarda il rapporto tra fratelli ed in particolare la gestione delle dinamiche di competizione e rivalità che spesso si generano.
“Vuole sempre le mie cose“, “guardi solo lui” e ancora “perché devo fare i compiti se lui pensa solo a giocare?“… Queste sono solo alcune delle frasi che, se siete genitori di almeno 2 bambini, avrete di certo sentito più e più volte.
Ma cosa si nasconde dietro queste esternazioni? Quali sono gli equilibri che regolano il rapporto tra fratelli? Quali emozioni entrano in gioco nella costruzione di questa particolare ed unica relazione?
Proviamo a scoprirlo insieme…
La prima cosa che dobbiamo comprendere riguarda l’assoluta unicità del rapporto tra fratelli.
In un contesto familiare infatti ci sono mamma e papà, due adulti. Amorevoli ed attenti, certo, ma sicuramente su un piano differente e separato rispetto a quello di un bambino.
In questo contesto un fratellino o una sorellina diventano gli unici, nell’ambito domestico, con i quali il rapporto può essere paritario, tra bambino e bambino.
E proprio da questo essere sullo stesso piano nascono le prime difficoltà…
I fratelli infatti sono alla pari, ma non troppo!
Escludendo le relazioni tra gemelli tra due bambini all’interno dello stesso nucleo familiare c’è sempre un “grande” ed un “piccolo”. Questa differenza d’età, che può anche essere minima, in realtà rappresenta un abisso di competenze (in più o in meno a seconda del nostro focus di osservazione) che di fatto separa i nostri due bambini e genera emozioni e vissuti intensi e significativi.
Vissuti che inevitabilmente vanno a connotare il rapporto che si stabilisce tra loro.
Per capire meglio questo concetto possiamo provare ad “inventare” due bambini, Andrea di 5 anni e Roberto di 3 e ad immedesimarci…
- Come si sente Andrea:
Roberto chiede sempre le attenzioni di mamma e papà, non fa quasi niente da solo. Vuole poi tutti i miei giocattoli e le mie cose ma a me le sue non interessano. Spesso la mamma mi dice che devo avere pazienza, perché sono grande e sono il fratello maggiore ma per me non è giusto! Il papà mi chiede a volte di aiutarlo e di guardare Roberto ma io voglio giocare! Quando poi lo tengo d’occhio e lo sgrido se fa qualcosa che non va mi rimproverano e mi dicono che devo essere gentile con lui. Io vorrei che giocasse con me ma quando ci provo lui rompe tutto…
- Come si sente Roberto:
Andrea è bravo in tutto, è più forte e più veloce di me. Quando giochiamo lui ha sempre le cose più belle e quando mi lamento con mamma e papà loro mi dicono che io ho i miei giocattoli e devo lasciare stare mio fratello. Andrea è anche più intelligente, infatti l’anno prossimo andrà a scuola. Quando siamo all’asilo o al parco mio fratello non mi considera, fa quasi finta di non conoscermi. Mamma e papà gli fanno fare cose molto divertenti ma io non posso perché sono piccolo…
Ovviamente queste considerazioni sono solo alcune… l’elenco completo sarebbe impossibile!
Cosa riusciamo ad intuire da questi pensieri ed emozioni? Quali indicazioni possiamo trarne? Quali sono i poli tra cui si muove il rapporto di questi due fratellini?
Osservando attentamente le richieste e le piccole recriminazioni dei due piccoli possiamo facilmente accorgerci che tra i due esiste una certa attrazione…
Andrea vorrebbe un compagno di giochi ed un alleato mentre Roberto vorrebbe avere accesso a tutte quelle cose “da grande” che appartengono al fratello maggiore, che sicuramente ammira e vede come un modello da imitare.
Ricordiamoci poi che Andrea e Roberto sono gli unici due bambini in un contesto di adulti… Questa situazione certamente crea tra loro un forte legame.
Entrambi si cercano, anche se in modo diverso, e vorrebbero trovare un punto di incontro che le barriere date dalla differenza di età e di competenze rendono difficile.
Un secondo aspetto che emerge in modo piuttosto evidente riguarda la rivalità, riferita in modo piuttosto esplicito alle attenzioni ed alle cure dei genitori.
Attrazione e rivalità, due lati della stessa medaglia, due poli emotivi opposti tra cui i nostri due bambini oscillano e che ci permettono di arrivare finalmente a capire quali emozioni si muovono nel rapporto tra due fratelli.
Curiosità verso l’altro, condivisione di interessi in comune, alleanze e complicità nel rapporto con i genitori, sostegno reciproco sono tutti movimenti emotivi che fanno capo al polo dell’attrazione.
Gelosia verso le attenzioni degli adulti, rabbia, aggressività sono invece emozioni che si riferiscono al polo della rivalità.
Tutti questi vissuti fanno parte del rapporto tra fratelli, nessuno escluso.
Dall’equilibrio tra attrazione e rivalità, dall’integrazione tra emozioni positive e negative e soprattutto dalla legittimità di queste emozioni e dalla nostra attenzione a non negarle od etichettarle come “cattive” dipende il futuro del rapporto tra i nostri bambini.
La sfida per noi genitori diventa quindi trovare il giusto spazio ed il giusto significato per ciascuna di queste emozioni, senza escluderne nessuna…
Come fare? di questo ci occuperemo nel prossimo articolo!
Abbiamo quindi esplorato quali siano le basi emotive del rapporto tra fratelli ed identificato nell’attrazione e nella rivalità i poli tra cui oscillano.
Se saremo in grado di ricordare che ogni vissuto deve avere uno spazio di espressione e che non esistono emozioni “cattive” riusciremo sicuramente a capire meglio il rapporto che i nostri figli hanno tra di loro.
In bocca al lupo!
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