Quali strategie educative non funzionano con un bambino con ADHD? Cosa dobbiamo evitare di fare noi genitori? A che conseguenze esponiamo i nostri figli? Scopriamolo insieme…
Negli articoli precedenti abbiamo compreso insieme il significato del termine ADHD.
Ci siamo poi soffermati sulle possibili strategie che possiamo mettere in campo a casa e su cosa possono fare gli insegnanti a scuola.
Infine abbiamo lavorato sul momento dei compiti ed abbiamo appreso alcuni accorgimenti utili a non far divenire questo aspetto della nostra vita domestica un vero e proprio incubo.
IN QUESTO POST CI OCCUPEREMO INVECE DI ALCUNI ERRORI CHE DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE EVITARE DI COMMETTERE, SIA IN AMBITO DOMESTICO CHE SCOLASTICO…
Gli interventi su cui lavoreremo ci sembreranno familiari e comuni e, se applicati senza eccessiva severità e tenendo conto degli obiettivi che abbiamo stabilito per i nostri figli, possono essere funzionali ed efficaci in un bambino senza disturbo dell’attenzione con iperattività.
Dobbiamo però tenere a mente che il nostro bambino soffre proprio di ADHD e che, nel caso di questa patologia, è necessario rimodulare le nostre strategie e tenere conto delle caratteristiche del disturbo.
Come già fatto in precedenza, per maggiore comodità e chiarezza affronteremo separatamente la componente attentiva e quella legata all’iperattività…
ECCO QUINDI COSA NON FARE E PERCHÉ RISPETTO ALLE DIFFICOLTÀ A MANTENERE L’ATTENZIONE:
- STAI ATTENTO!
Una frase comune, pronunciata spesso dagli insegnanti ma anche da noi genitori quando aiutiamo i nostri figli a fare i compiti.
Un richiamo verbale utile per arginare la distrazione e ricondurre l’attenzione al compito…
MA È DAVVERO COSÌ?
Come sappiamo una delle difficoltà più evidenti dell’ADHD è legata alla capacità di mantenere un’attenzione prolungata rispetto ad uno stimolo.
Questa difficoltà porta i nostri bambini non solo ad avere tempi di attenzione più brevi rispetto ai coetanei ma anche a non avere un pieno controllo della regolazione di questa capacità.
In altre parole, il nostro bambino non controlla la propria attenzione e non si distrae di proposito… lo fa perché soffre di ADHD!
DOBBIAMO SGRIDARLO PER QUESTO?
Dovremmo poi chiederci che effetto possono avere i nostri rimproveri sull’autostima dei nostri bambini…
- NON FARE PAUSE!
Come ormai sappiamo bene, un bambino con ADHD ha una minore capacità di mantenere l’attenzione per un tempo prolungato.
COSA SIGNIFICA? SEMPLICEMENTE CHE RIUSCIRÀ A CONCENTRARSI PER UN TEMPO MINORE RISPETTO AGLI ALTRI…
Nel caso di un compito prolungato nel tempo tenderà quindi a distrarsi ed a perdersi, magari mettendo in atto comportamenti disturbanti e che possono essere scambiati per provocazioni e disinteresse.
Una semplice soluzione per rispondere a questa difficoltà può essere individuata nel suddividere il compito in parti e di far fare al bambino delle pausefrequenti.
Pause che, è bene ricordarlo, hanno la funzione di permettere ai nostri figli con ADHD di recuperare energie e di riprendere con maggiore attenzione il compito.
- LAVORIAMO TUTTI INSIEME!
NEL LAVORO IN GRUPPO IL BAMBINO CON ADHD È SPESSO FACILMENTE RICONOSCIBILE… BASTA GUARDARE CHI DISTURBA!
Perché? Piuttosto semplice…
I bambini con ADHD infatti tendono a distrarsi facilmente e, in una situazione di gruppo (ad esempio in classe), gli stimoli che possono attirare l’attenzione sono moltissimi.
Di conseguenza i nostri figli con ADHD posti a lavorare in un contesto di gruppo assumeranno facilmente il ruolo di distrattori e disturbatori… con conseguenti rimproveri e rimandi negativi.
Proviamo invece a tenere conto delle caratteristiche del disturbo e ad impostare un lavoro con rapporto uno a uno (con l’insegnate o a casa per i compiti) oppure in piccolo gruppo…
PER QUANTO RIGUARDA L’IPERATTIVITÀ INVECE…
- STAI FERMO!
Come per le difficoltà attentive, anche l’irrequietezza motoria è una caratteristica tipica del bambino con ADHD.
PER QUESTA RAGIONE UN RIMPROVERO VOLTO A FAR STARE FERMI NON HA SIGNIFICATO… SAREBBE COME DIRE AD UNA PERSONA CON LA BRONCHITE DI SMETTERLA DI TOSSIRE!
La realtà è che un bambino con disturbo dell’attenzione e iperattività semplicemente non controlla il proprio corpo ed ha un maggiore bisogno di muoversi e sfogarsi rispetto ai coetanei.
Ricordiamoci poi che una delle conseguenze più comuni di questo disturbo riguarda un basso livello di autostima… evitiamo di dare il nostro contributo!
- STAI SEDUTO!
Tutto come nel paragrafo precedente…
Spendiamo però due parole per capire da dove vengono questi rimproveri. Spesso, quando abbiamo a che fare con i nostri bambini ci troviamo inconsapevolmente a fare i conti con le nostre aspettative.
Aspettative che nascono dal confronto con gli altri…
LA REALTÀ PERÒ È UN’ALTRA… IL NOSTRO BAMBINO SOFFRE DI ADHD E L’UNICO MODO CHE ABBIAMO PER AIUTARLO AD AFFRONTARE E SUPERARE IL PROBLEMA È QUELLO DI AMMETTERE CHE QUESTO PROBLEMA ESISTE!
Dobbiamo tenere conto delle sue difficoltà ed adeguare le nostre aspettative… in altre parole, non possiamo pretendere che stia sempre seduto.
- VAI IN PUNIZIONE!
Punizioni e note sono strumenti utilizzati per arginare le condotte problematiche, spesso con buoni risultati…
MA NEL CASO DI UN BAMBINO CON ADHD FUNZIONANO DAVVERO? MOLTO SPESSO LA RISPOSTA È NO!
Perché? Per capirlo basta ricordarsi con che cosa abbiamo a che fare…
Come abbiamo visto l’ADHD è un disturbo che porta come conseguenza il manifestarsi di alcuni comportamenti problematici tipici: irrequietezza, fatica a stare fermo, difficoltà a concentrarsi…
Queste condotte, certamente difficili da tollerare, sono però espressione del disturbo e non del bambino.
SPERARE QUINDI CHE NOSTRO FIGLIO “CAPISCA” DOVE HA SBAGLIATO E CORREGGA IL SUO COMPORTAMENTO È UTOPISTICO E RISCHIA DI PORTARE A CONSEGUENZE OPPOSTE, CON UN CALO DELL’AUTOSTIMA E CONSEGUENTE AUMENTO DELL’AGITAZIONE.
Lavoriamo invece per sensibilizzare i nostri bambini rispetto a quali comportamenti vanno bene e quali invece no e cerchiamo di attivare le loro risorse per trovare soluzioni maggiormente adeguate.
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