Come mai mio figlio dice tante bugie? Dove e quando si origina la tendenza a mentire? Da dove nasce questo comportamento e come possiamo disincentivarlo? Scopriamolo insieme!
Mio figlio dice un sacco di bugie, mi ha mentito, non sa dire la verità…
Quante volte abbiamo sentito, o pronunciato, queste parole?
Ma cosa intendiamo davvero quando parliamo di bugie?
Qual è la loro origine? A quale età i bambini cominciano a raccontarle? Perché i nostri figli le dicono e soprattutto, mentire ha sempre lo stesso significato?
Per rispondere a queste domande, passo fondamentale per capire appieno cosa intendiamo quando parliamo di bugie, è forse utile cominciare a comprendere che la dinamica del mentire è fortemente legata con l’età e la fase evolutiva dei nostri bambini.
Tanto per chiarire i bimbi molto piccoli, fino ai 4 anni di età, non dicono mai bugie…
Questo ovviamente non significa che non mentano ma semplicemente che, nel loro caso, non è possibile parlare di menzogne nel senso stretto della parola.
La bugia, infatti, implica che la persona che la racconta conosca la differenza tra verità e finzione e decida quindi di dare maggior peso a quest’ultima.
Un bimbo di 2 anni, perciò, potrebbe dire una frottola senza neppure rendersene conto, convinto che quello che ha detto sia vero proprio perché ancora manca di quelle conoscenze necessarie a discriminare il vero dal falso.
E’ impossibile quindi cercare di fargli comprendere il significato del suo comportamento e, di conseguenza, diventa totalmente inutile punirlo o sgridarlo per aver mentito poiché il castigo avrebbe solo l’effetto di confonderlo e spiazzarlo.
A partire dai 4 anni invece le cose cambiano ed i nostri bambini cominciano a comprendere la differenza tra fantasia e realtà, tra cose vere e cose non vere.
Ed è proprio a partire da questa età che i piccoli iniziano ad imparare la tecnica del raccontare bugie, utile soprattutto per evitare una punizione o sottrarsi a una sgridata.
In questa fase della crescita diventa quindi fondamentale spiegare ai nostri piccoli che le bugie non vanno raccontate, cercando di scoraggiarli e di fargli capire il giusto modo di comportarsi.
Attenzione però a non calcare troppo la mano!
Stiamo sempre parlando di bambini molto piccoli per i quali è certamente più utile capire il perché di determinate richieste piuttosto che obbedire ciecamente a regole calate dall’alto alle quali si ribelleranno alla prima distrazione da parte nostra…
Teniamo poi conto del fatto che mentire non significa solamente raccontare cose non vere ma si riferisce anche a qualcosa che viene detto e successivamente non mantenuto.
In questo caso particolare non esiste miglior insegnate dell’esempio che possiamo dare noi genitori, stando quindi attenti a dosare le nostre promesse ed a mantenerle puntualmente!
Nel caso in cui questo non dovesse accadere (un ritardo e una dimenticanza possono capitare a tutti!) dovremo essere pronti a spiegare al nostro bambino quanto accaduto ed a scusarci con lui.
Questo gesto da parte nostra, sebbene possa sembrare un duro colpo alla nostra autorità genitoriale, diviene in realtà occasione per fornire un altro prezioso esempio..
Tutti possono sbagliare e gli errori possono essere riparati a condizione di assumersi la responsabilità dei pasticci che combiniamo!
In altre parole non dobbiamo sentirci meno capaci degli altri se non facciamo tutto giusto, anche perché tutti sbagliano; l’importante è capire dove le cose non hanno funzionato ed attivarci per rimediare senza bisogno di vergogna, ansie e danni eccessivi alla nostra autostima.
E in adolescenza?
Ovviamente con gli ultimi anni delle elementari e l’inizio delle medie le cose cambiano ancora…
Così come cambia il significato delle bugie che, da una modalità utilizzata per evitare castighi e punizioni, divengono invece uno dei veicoli dell’indipendenza, della sfida al mondo adulto e dell’affermazione della propria personalità.
Un capito molto ampio che avremo occasione di approfondire in altri articoli…
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