Come manifestano i nostri bambini il disagio per la situazione di isolamento? In che modo i loro comportamenti sono riconducibili alle loro emozioni? Quali sono le modalità comportamentali più frequenti usate per esprimere frustrazione e preoccupazione? Scopriamolo insieme…
Negli articoli delle scorse settimane abbiamo approfondito alcune delle difficoltà che i nostri bambini possono sperimentare in questo periodo di isolamento e di didattica a distanza.
Nel dettaglio abbiamo compreso come l’impossibilità di uscire e di vedere gli amici, lo stravolgimento delle abitudini ed il seguire le lezioni attraverso uno schermo rappresentino una serie di eventi perturbanti rispetto alla normalità ed alla gestione del quotidiano.
Che questo cambiamento, radicale e per alcuni versi senza precedenti, possa portare a difficoltà emotive ed a stati di umore alterato possiamo facilmente osservarlo prima di tutto in noi stessi.
Come già specificato in precedenti occasioni però i nostri figli, bambini e spesso anche adolescenti, non sono ancora attrezzati con una capacità di riconoscimento e di espressione delle proprie emozioni così sviluppata da permettergli di identificare e di raccontare a parole quanto sentono.
Mancano quindi le parole, ma le emozioni sono altrettanto forti e problematiche quanto in noi genitori…
Emozioni, come abbiamo avuto modo di approfondire, molto intense e difficili da gestire e che devono trovare una modalità di espressione, un “linguaggio” che permetta ai nostri bambini di sfogarsi e di comunicare come si sentono.
Ma qual è questo linguaggio? Quali sono i segnali di disagio cui dobbiamo stare attenti? Qual è il significato di alcuni comportamenti difficili che osserviamo in questo periodo?
Proviamo insieme a trovare una risposta…
1- Capricci
Una tematica già approfondita (per ulteriori informazioni clicca qui!) e che, come sappiamo, tende a risolversi da sola tra i 3 ed i 5 anni di età.
E tuttavia, in questo periodo dove ogni certezza sembra venire meno, non è insolito che i bambini più piccoli si ritrovino ad esprimere il loro disagio intensificando la dinamica del capriccio, anche se ci sembrava una fase ormai superata.
Anche se i capricci sono molto difficili da gestire, e tenendo conto anche della nostra fatica e del nostro nervosismo, cerchiamo però di tenere a mente che questa modalità non viene deliberatamente scelta da nostro bambino ma piuttosto diventa un suo modo per esprimere le proprie emozioni più difficili.
2- Crisi di rabbia
Se viviamo in casa tutti insieme 24 ore su 24 e cerchiamo di conciliare la vita familiare con lo smart working e la didattica a distanza, certamente il nostro livello di nervosismo ed irritabilità sarà alle stelle!
Questo accade perché, nonostante la vita familiare sia un qualcosa di piacevole, una full immersion come quella che stiamo vivendo farebbe perdere la pazienza anche ad un santo…
Così come per noi genitori, anche per i nostri bambini i livelli di stress sono molto alti, soprattutto perché gran parte delle loro valvole di sfogo fisico sono venute meno.
Ricordiamo infatti che se per noi adulti guardare un film può essere un’attività che ci permette di “staccare la spina”, per i bambini il movimento e la possibilità di sfogarsi fisicamente sono una vera e propria necessità.
Non deve allora stupirci se, viste le ristrettezze del periodo, i nostri piccoli appaiono più nervosi e facili alla rabbia…
3- Sfida
Sempre in tema di accumulo di tensione, può accadere ad alcuni bambini e sopratutto ai ragazzi un po’ più grandi di sfogare la propria frustrazione attraverso atteggiamenti di sfida.
Certo, le limitazioni non le abbiamo imposte noi ma dobbiamo tenere a mente che quando una persona è molto arrabbiata ed esasperata ha spesso bisogno di qualcuno con cui prendersela.
Questo ragionamento vale anche per i nostri figli, bambini ed adolescenti… e purtroppo il bersaglio perfetto siamo noi!
Anche perché siamo noi genitori a far rispettare i divieti e a poco serve che questi siano stati spiegati e motivati…
La fatica accumulata è molta, in noi come nei nostri figli, ma sta a noi adulti cercare di assorbire il colpo delle loro emozioni ed aiutarli anche a costo di sopportare di essere la loro valvola di sfogo.
4- Rifiuto
La didattica a distanza è un argomento ormai diventato di grande attualità, in alcuni discorsi addirittura uno spauracchio se la scuola non dovesse riaprire a settembre…
Come abbiamo approfondito nelle scorse settimana, le videolezioni sono molto più faticose per i nostri bambini, così come il carico di lavoro sulle nostre spalle risulta considerevolmente aumentato.
Un possibile risultato di questa situazione, che ricordiamo dovuta alla necessità, è che i nostri bambini potrebbero sviluppare un vero e proprio rifiuto verso la scuola ed i compiti.
Questo atteggiamento, che può manifestarsi anche nel bambino più bravo e responsabile, non deve essere letto nell’ottica della mancanza di voglia quanto piuttosto come manifestazione di fatica e disagio.
Un disagio comprensibile se pensiamo quanto sia difficile stare attenti davanti ad un video, gestire i cali della rete (con pause nell’audio e salti video…) o anche semplicemente apparire davanti alla videocamera per le interrogazioni…
5- Regressione
Così come nel caso del capriccio, non è insolito riscontrare nei bambini in isolamento un ritorno a modalità ormai già superate.
Questo fenomeno, che prende il nome di regressione e di cui abbiamo già parlato in un precedente post, può manifestarsi in vari modi…
Un esempio potrebbe essere il ritorno dei risvegli notturni, una maggiore richiesta di contatto, la richiesta di giochi ed attività da “piccoli” o il ripresentarsi dei capricci.
Questa “marcia indietro” non deve però allarmarci, è solo l’espressione di un momento difficile e con ogni probabilità andrà a risolversi da sola nel tempo.
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