Buoni genitori e senso di inadeguatezza, quali emozioni in gioco?

Come si fa ad essere bravi genitori? Quali emozioni si muovono dentro di noi? Da dove ha origine il vissuto di inadeguatezza che spesso ci accompagna? Scopriamolo insieme…

Essere dei buoni genitori è sicuramente una sfida difficile ed impegnativa…

Ma ancora più difficile è riconoscersi come dei bravi genitori, sentirci competenti e capaci.

Ma da dove ha origine questa difficoltà? Perché è così difficile sospendere il giudizio su noi stessi e legittimare difficoltà ed errori? Da cosa origina il senso di inadeguatezza che spesso ci accompagna?

Le risposte vanno forse ricercate nelle emozioni cui il rapporto con i nostri figli ci espone…

Le sfide che il nostro bambino ci porta, infatti, muovono in noi tutto un groviglio di vissuti, ricordi, confronti e proiezioni.

Sarò abbastanza bravo? Riesco davvero a comprendere i bisogni del mio bambino? Cosa avrebbero fatto i miei genitori al mio posto?

Quest’ultima domanda appare come la più ostica…

Spesso infatti il rapporto con i nostri figli ci pone a confronto con i nostri genitori, con come eravamo noi quando eravamo bambini… e questo confronto porta ad una sola conclusione: non siamo abbastanza bravi!

Da questa sentenza senza appello derivano poi vissuti spiacevoli e difficilmente gestibili come rabbia, frustrazione, paura, depressione…

Ma questo ragionamento contiene in sé un errore macroscopico… il fatto che non siamo genitori sufficientemente capaci non è vero!

Certo non siamo perfetti, ma chi lo è?
E ancora, è proprio vero che essere genitori perfetti serva davvero a crescere bene i figli?

Proviamo ad immaginare un padre o una madre che capisce sempre qualsiasi reazione mostrata dal suo bambino, che interpreta o addirittura anticipa ogni problematica e che protegge il figlio da ogni frustrazione ed ogni fraintendimento. Che risultati otterrebbe? Come minimo di causare un mostruoso complesso di inferiorità nel figlio!

Senza contare che probabilmente tutte le coppie con bambini che conosce si guarderebbero bene dal frequentarlo…

Ricordiamoci poi che una minima esposizione alla frustrazione aiuta i nostri figli a sviluppare la resilienza e che, come genitori, è nostro compito educare i bambini a reagire di fronte alle difficoltà.

Frustrazioni, incomprensioni, scontri e litigi fanno parte della vita e l’ambito familiare può e deve assumere le sembianze di uno spazio sicuro in cui sperimentare questi conflitti.

Inoltre non mi risulta che diventando genitori diventiamo anche onniscienti ed onnipotenti…

Per quanto riguarda poi il confronto con i propri modelli genitoriali dobbiamo tenere a mente che nel passaggio dall’infanzia, all’adolescenza e quindi alla vita adulta la nostra mente ha esercitato un significativo processo di rielaborazione delle nostre esperienze che ha avuto tra i suoi risultati un meccanismo chiamato idealizzazione.

Ora, l’idealizzazione è sicuramente un processo positivo perché non solo ci consente di creare dei modelli delle qualità che desideriamo avere ma ci aiuta anche ad orientarci e ci fornisce una direzione da seguire nei momenti di difficoltà.

Il lato nascosto di questo processo riguarda però il confronto con questi modelli, ideali e quindi non concreti, da cui spesso noi genitori usciamo con le ossa rotte!

  • Il genitore perfetto sa sempre tutto…
  • Il genitore perfetto capisce ogni cosa…
  • Il genitore perfetto non sbaglia mai…
  • Il genitore perfetto non esiste!!

Neanche i nostri genitori erano perfetti, o di certo non si sentivano tali… non ci credete? Armatevi di coraggio e provate a chiederglielo!

Vi diranno che avevavo dubbi, che in certi frangenti non sapevano cosa fare o come reagire, che a volte cedevano all’emotività, che non sempre avevano il polso della situazione o sapevano cosa stavano facendo…

Vi ricorda qualcosa?

Facciamo quindi un bell’esame di coscienza e confrontiamoci con la realtà che nessuno ha tutte le risposte, nessuno agisce sempre nel modo migliore e nessuno è dotato di una bussola educativa infallibile.

Fatto questo sarà più semplice sgravarci dal nostro poco funzionale senso di inadeguatezza e dedicare tutte le nostre risorse ad affrontare ciò che sta succedendo.

Dopotutto essere bravi genitori significa comprendere il momento ed agire come meglio è possibile, anche sbagliando…

Essere buoni genitori è possibile a condizione di affrontare le sfide che ogni giorno i nostri figli ci pongono senza farci paralizzare dalla paura di sbagliare.

Cerchiamo quindi di sospendere il giudizio su noi stessi e di affrontare i vissuti di inadeguatezza con maggiore equilibrio e serenità.

In bocca al lupo!

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