Cosa causa le brutte risposte che a volte i nostri figli grandi ci muovono? Perché proprio contro noi genitori? Cosa possiamo fare per arginare questi comportamenti? Scopriamolo insieme…
Il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza e successivamente all’adolescenza porta con sé cambiamenti e sconvolgimenti a volte difficili da gestire.
Ribellioni, rispostacce, confronti impari e, a volte, veri e propri insulti…
MA COSA MUOVE QUESTO TERREMOTO? QUALI BISOGNI SI NASCONDO DIETRO UN RAGAZZO CHE CI RISPONDE MALE?
Rispondere a questa domanda non è semplice… possiamo però individuare il motore dietro a questi a volte ingestibili cambiamenti in un bisogno fondamentale che emerge in ogni ragazzo, la necessità di autoaffermazione.
Mossi da questa potente (e sana!) spinta evolutiva molto spesso i ragazzi si ritrovano ad individuare nei loro genitori un facile bersaglio cui rivolgere le proprie emozioni più distruttive come rabbia, aggressività e frustrazione.
MA PERCHÉ PROPRIO CONTRO NOI GENITORI?
Per due “semplici” ragioni…. in primo luogo siamo noi adulti di riferimento a fornire limiti e divieti, in seconda istanza perché la relazione con i propri genitori (quando è sana…) viene percepita come a prova di rabbia, in grado cioè di sopravvivere a qualche tempesta emotiva…
Ecco allora che i nostri ragazzi si permettono con noi un linguaggio offensivo ed espressioni forti per poter sperimentare in modo sufficientemente sicuro una prima distanza dagli adulti di riferimento, per provare a conquistarsi l’autonomia e guadagnare il loro posto nel mondo.
MA ALLORA COSA POSSIAMO FARE DI FRONTE AD UN RAGAZZO CHE CI RISPONDE MALE?
In primo luogo cerchiamo di evitare di prendere la critica, il commento o la rispostaccia troppo sul personale…
Frasi come “ti odio” e “non ti sopporto più” così come i confronti, spesso francamente assurdi, con altre famiglie devono essere presi come uno sfogo di rabbia ed una manifestazione di autoaffermazione e non come un pensiero basato sul ragionamento.
SE, COME PROBABILMENTE ACCADRÀ, QUESTA STRATEGIA NON DOVESSE ESSERE SUFFICIENTE ECCO 3 MODI PER GESTIRE LA SITUAZIONE…
- Accogliamo le emozioni!
Ricordiamo infatti che l’educazione alle emozioni, quel processo che porta all’acquisizione della capacità di riconoscere i propri vissuti e di addomesticarne l’espressione, non termina certo col finire dell’infanzia…
Tenendo a mente questo compito genitoriale proviamo quindi a perdere seriamente le emozioni dei nostri figli, agendo sempre con rispetto.
- Non mettiamoci al loro livello!
Anche se in certi momenti è difficile, teniamo a mente che noi non siamo i migliori amici dei nostri figli e nemmeno dei loro coetanei.
Cerchiamo quindi di restare lucidi e di mettere in campo un sistema di regole chiare e, per quanto possibile, condivise con i nostri figli.
- Prendiamoci un Time Out!
Quando la situazione si fa particolarmente tesa ed ogni strategia non sembra sortire effetto possiamo provare ad utilizzare la tecnica del Time Out…
In parole povere, prima di perdere completamente le staffe, cerchiamo di comunicare ai nostri figli che quanto stanno dicendo è irrispettoso e fuori luogo e che quindi per la prossima ora (o un tempo a vostra scelta, purché non sia eccessivamente lungo…) non gli parleremo.
Attenzione però a non perdersi in troppe parole durante la prima comunicazione (non deve diventare una ramanzina!) ed a non abusare troppo di questa modalità…
Come per ogni strumento, funziona meglio se usato in modo mirato!
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