Come spiegare ai nostri bambini l’emergenza Coronavirus? E’ proprio necessario affrontare l’argomento? In che modo dobbiamo parlare ai nostri figli? Scopriamolo insieme…
Scuole chiuse, vietato andare al parco ed al centro commerciale, nessuno in giro e neanche la possibilità di invitare gli amici a casa…
Per alcuni potrebbe sembrare una vacanza, se non fosse per quel senso di preoccupazione e di allarme che noi adulti cerchiamo di mascherare ma che, chissà come, i nostri bambini riescono comunque a percepire.
Se poi aggiungiamo le mascherine, i negozi chiusi ed il rifiuto, da parte di noi genitori, ad andare da qualche parte ecco che preoccuparsi, anche per un bambino, diventa inevitabile.
Ma come possiamo spiegare la situazione di allerta in cui stiamo vivendo ai nostri bambini? E ancora, è davvero il caso di parlargliene con il rischio di aumentare le loro paure?
Ecco alcuni spunti da cui partire…
Dobbiamo parlarne?
Una cosa che spesso noi adulti sottovalutiamo riguarda la capacità dei nostri piccoli di interpretare il mondo esterno e di formarsi delle idee su quanto sta succedendo.
I nostri bambini, infatti, sono totalmente consapevoli dei cambiamenti nelle routine che stanno vivendo in questi giorni difficili ed ancora di più dello stato di preoccupazione che attraversiamo noi genitori.
Per questa ragione, utilizzando un linguaggio semplice e tranquillizzante, è di fondamentale importanza che noi adulti proviamo a dare una spiegazione di questo strano periodo che stiamo tutti attraversando.
Come possiamo insegnargli le norme per la prevenzione?
Partiamo da una situazione concreta e conosciuta come l’influenza, una situazione che tutti abbiamo avuto modo di sperimentare.
Usando questa semplice malattia diventerà più facile spiegare ai bambini l’importanza di coprirsi il viso quando si starnutisce o si tossisce, perché dobbiamo lavarci spesso le mani così come quali siano i motivi per i quali è importante non frequentare i luoghi affollati.
Dalla propria esperienza i nostri bimbi riusciranno certo a capire perché, quando si è malati, è importante non contagiare gli altri.
Perché le scuole sono chiuse?
Certo la situazione di partenza non è quella di una banale influenza…
Per spiegare ai nostri bambini come mai le scuole così come i cinema ed i centri sportivi sono chiusi potremmo provare a raccontare loro che la situazione che stiamo fronteggiando è nuova.
E in una situazione nuova non si conosce cosa funziona e cosa no, così come quali medicine prendere e quindi diventa necessario mostrarsi prudenti ed attenti a rispettare le norme igieniche.
Spieghiamo poi che il nostro compito è evitare che questa malattia si diffonda, che dobbiamo evitare che si ammalino troppe persone e che in questo siamo tutti protagonisti.
Riuscire a passare questo messaggio attraverso il gioco e la complicità sarebbe l’ideale, ad esempio istituendo la carica di “supereroe del pulito” e creando insieme ai nostri bambini delle nuove routine da svolgere in casa.
E’ importante che i nostri bimbi si sentano coinvolti in modo da aiutarli sentirsi meno impotenti ed a percepire che ciò che loro fanno può ridurre il problema, anche se non lo elimina.
Infine dobbiamo continuare a rimandare loro dei messaggi rassicuranti, come ad esempio che in Italia ci sono i dottori migliori del mondo che stanno lavorando per trovare una soluzione.
Noi adulti dobbiamo essere da esempio!
Partiamo dal presupposto che non è facile trasmettere tranquillità quando si è legittimamente preoccupati…
Noi genitori dobbiamo però tenere conto che l’ansia è una “malattia” che si trasmette molto facilmente, spesso anche al di là della nostra volontà.
Conoscendo questa caratteristica dell’ansia dovremmo provare a non farci sommergere dallo tsunami di informazioni da cui siamo invasi, cercare di trovare un po’ di tranquillità nelle nuove routine quotidiane e magari andare a rileggere l’articolo sull’ansia genitoriale per capire come arginare la preoccupazione.
Tra le tante cose postate su internet prendiamoci del tempo per un messaggio virale presente su molti social: “tutto andrà bene”.
Un messaggio non solo per i nostri figli…
Lascia un commento