Qual è la differenza tra sana preoccupazione ed ansia? Quando e quanto le nostre paure influenzano i nostri figli? E’ possibile trasmettere la nostra ansia ai bambini? Scopriamolo insieme…
“Vai piano”, “Fai attenzione”, “ Non correre”, “Adesso viene mamma e ti aiuta”, “Fermo, è pericoloso”, “Aspetta, aspetta che arrivo io”, “Non farlo mai più, vuoi farmi morire di paura?“…. la lista è lunga e di certo non completa.
Ogni giorno, infatti, milioni di mamme e di papà sono pronti a proteggere i loro bambini da ogni male possibile.
Questo è normale e naturale ma dobbiamo stare attenti a che la nostra paura e preoccupazione non diventi eccessiva…
Molti genitori infatti impiegano moltissime energie per salvaguardare il bene dei loro figli, con il rischio però di essere talmente bravi nel proteggerli che finiscono con l’impedire ai piccoli di fare esperienze utili ed importanti.
In alcuni casi può succedere poi che l’amore che mettiamo nel difenderli diventi ansia e ci ritroviamo ad “inventare” pericoli e nemici laddove c’è solo una naturale spinta alla crescita.
Con il risultato di restituire al nostro bambino l’idea di un mondo pericoloso e terribile in cui non potranno mai cavarsela da soli.
MA COME MAI AVVIENE QUESTO? DOVE HA ORIGINE QUESTO ECCESSO DI PREOCCUPAZIONI?
Ogni genitore è naturalmente portato a proteggere i propri figli e ad impedire, per quanto possibile, che gli accadano cose spiacevoli.
Ciò che fa la differenza tra un genitore legittimamente preoccupato ed uno ansioso va ricercato nel significato che ognuno di noi dà alla frase “per quanto possibile”.
Se il significato che ritroviamo in noi stessi include tutte le situazioni potenzialmente pericolose, tutte le frustrazioni, tutti i possibili incidenti allora essere bravi genitori diventa un compito veramente difficile, se non addirittura impossibile.
SÌ PERCHÉ NON È POSSIBILE PREVEDERE E PREVENIRE TUTTO, NON POSSIAMO CONTROLLARE OGNI COSA E DI CERTO NON POTREMO PROTEGGERE NOSTRO FIGLIO DA TUTTI GLI OSTACOLI CHE SI TROVERÀ DAVANTI!
Utilizziamo un esempio concreto di cui tutti abbiamo fatto esperienza…
Quando il nostro bambino impara a camminare comincerà con l’alzarsi appoggiato a noi oppure ad un sostegno esterno e quindi proverà a muovere i suoi primi passi.
Generalmente avrà bisogno del nostro aiuto e sostegno per tenere l’equilibrio…
Avete mai fatto caso a quali emozioni manifesta un bambino in questa fase? Molto spesso troveremo entusiasmo, felicità, coraggio.
Ora possiamo facilmente immaginare che il bambino del nostro esempio non si limiterà a fare i suoi esperimenti di equilibrio solo quando ha la completa attenzione dei genitori ma che proverà ad alzarsi anche in autonomia.
Certo rischia di cadere ma lui non se ne preoccupa… E noi? Cosa potrebbe succedere se il bambino cade? E se noi non eravamo presenti, o forse eravamo semplicemente distratti, come ci sentiremmo?
Se la risposta a queste domande si avvicina al concetto di pessimo genitore forse la nostra preoccupazione è eccessiva e l’amore per il nostro bambino ci provoca ansia…
Perché il bambino cadrà! Prima o poi capita a tutti e difficilmente questa caduta lo priverà dell’entusiasmo per il camminare e lo porterà ad arrendersi.
COSA ACCADE NEL NOSTRO BAMBINO SE SIAMO ECCESSIVAMENTE PREOCCUPATI?
La paura nutre altra paura e rende pieni di sfiducia nelle proprie possibilità.
A volte noi genitori, a fin di bene, rischiamo di insegnare la paura rendendo ancora più forte e necessario il bisogno che i figli siano protetti e rassicurati….infinitamente.
Il nemico in quel caso è la nostra ansia che prende il sopravvento su tutto, rendendo il mondo una giungla di nemici e ostacoli.
Il risultato di quest’ansia è che quello che i nostri bambini imparano è di non essere abbastanza in gamba da potercela fare senza l’aiuto di mamma e papà.
Per tornare all’esempio del nostro bimbo che impara a camminare, se ogni volta che si alza da solo accorriamo allarmati dicendogli di aspettarci probabilmente gli passeremmo il messaggio che camminare è pericoloso e che lui da solo non può farcela.
Se questo messaggio viene ripetuto potremmo poi assistere ad un cambiamento nelle emozioni che il nostro bambino manifesta quando si alza in piedi… da gioia ed entusiasmo per la conquista evolutiva a preoccupazione, paura ed a volte anche rifiuto.
E’ quindi molto importante imparare ad ascoltare le nostre paure ed a decifrarle prima che finiscano con il governare la nostra vita e quella dei bambini che educhiamo.
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