Il tuo bambino è demoralizzato ed ansioso? Si arrende subito quando affronta i compiti? Si agita e si preoccupa al momento di andare a scuola? Ecco come e cosa dire alle insegnanti…
Cosa facciamo di fronte ad un bambino talmente demoralizzato e sfiduciato da arrivare a rifiutarsi di fare i compiti? La risposta a questa domanda è stata abbondantemente trattata in un precedente post che ti invito a consultare!
In questo articolo ci occuperemo invece di cosa e come comunicare con le insegnanti per poter aiutare il nostro bambino a superare l’insicurezza ed acquistare maggiore consapevolezza nelle proprie capacità.
Il primo passo da compiere è certamente quello di identificare e definire il problema… D’altra parte, come facciamo a spiegare una difficoltà e come possiamo pretendere che venga affrontata se non abbiamo chiaro di cosa stiamo parlando?
Quando parliamo di un bambino sfiduciato ci riferiamo ad una situazione di pesante autocritica, in cui ogni più piccolo errore diviene occasione per confermare un giudizio negativo su di sé.
Parliamo di bambini poco consapevoli delle proprie capacità ma assolutamente attenti ai propri difetti ed alle proprie difficoltà.
Chiariamo subito, alcune difficoltà sono assolutamente normali e fanno parte del processo di apprendimento! D’altra parte si va a scuola proprio per imparare cose che non si sanno già…
Il problema è che un bambino fortemente insicuro tenderà ad interpretare un normale ostacolo non solo come una montagna insormontabile ma anche come una conferma di essere poco capace ed intelligente.
Se sottovalutato questo problema può poi radicarsi e diventare un qualcosa di più profondo e può portare al rifiuto totale a svolgere ogni tipo di compito, in genere accompagnato da crisi di rabbia e scenate, fino a diventare, nei casi più gravi, una vera e propria fobia scolare.
Dobbiamo quindi cercare di intervenire su più fronti, cercando di coinvolgere anche la scuola…
Ma cosa serve ad un bambino insicuro in ambito scolastico?
Innanzitutto la scuola dovrebbe fornire un clima di rinforzo rispetto alle capacità che il bambino possiede e deve allo stesso tempo evitare di rimarcare le difficoltà proponendo invece delle strategie per superarle.
In secondo luogo sarebbe poi bene evitare il confronto sociale… D’altronde non è poi così importante individuare il più bravo della classe! Sarebbe invece auspicabile che tutti i bambini raggiungano un adeguato livello di apprendimento.
Sarebbe poi importante instaurare nel contesto classe un clima di fiducia, un ambiente in cui è anche possibile sbagliare ed in cui gli errori non vengono stigmatizzati ma piuttosto inquadrati come eventi normali in un processo di apprendimento.
Un ulteriore elemento da considerare riguarda la possibilità, da parte degli insegnanti, di accogliere e comprendere le difficoltà del bambino, magari aiutandolo a parlarne in un momento di confronto privato.
Infine è necessario stare attenti a distinguere tra un atteggiamento di comprensione e l’assistenzialismo. Quest’ultima tipologia di approccio infatti non farebbe altro che rinforzare le insicurezze del bambino.
Nel leggere questa breve rassegna dobbiamo tenere presente che queste strategie, con ogni probabilità, vengono già adottate quotidianamente e dobbiamo inoltre tener conto delle reali difficoltà che un insegnante può incontrare nell’identificare l’approccio giusto per ogni singolo bambino all’interno di un contesto classe che magari comprende 30 alunni.
Ma come comunicare alle insegnanti? Ecco 3 semplici coordinate:
Evitiamo le critiche! Nessun insegnante ha preso di mira il nostro bambino quindi partire all’attacco non solo non serve a nulla ma può addirittura rivelarsi controproducente. Teniamo poi presente che in genere gli insegnanti sono molto attenti e preparati ad individuare i segnali di difficoltà che un bambino mostra in classe.
Partiamo dalle difficoltà che individuiamo nel nostro bambino! Non è questione di mancanza di attenzione, forse l’insegnante non si è accorta delle caratteristiche di nostro figlio… E questo può accadere per diverse ragioni, una tra tutte che il nostro bambino a scuola si comporta in modo diverso rispetto a quello che osserviamo a casa! Cerchiamo quindi di comunicare quello che abbiamo riscontrato in modo chiaro e senza recriminazioni…
Cerchiamo collaborazione! Lo scopo è quello di creare sinergia con gli insegnanti, di individuare un percorso comune che aiuti il nostro bambino a vivere la scuola con maggiore serenità e che ci permetta di affrontare il momento dei compiti senza che diventi una battaglia quotidiana.
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