Cosa si intende con il termine regressione? A quali comportamenti si riferisce? Quando dobbiamo preoccuparci? Come possiamo noi genitori aiutare i nostri bambini ad affrontare questi particolari momenti dello sviluppo? Scopriamolo insieme…
Con il termine regressione si intende un periodo, nello sviluppo dei nostri bambini, in cui il percorso di crescita sembra arrestarsi ed i nostri piccoli manifestano atteggiamenti che avevano ormai dismesso in funzione di modalità più evolute.
Questi atteggiamenti, che appunto vengono definiti regressivi, possono essere molteplici e riguardare diverse aree delle autonomie acquisite.
Tra i più comuni possiamo ricordare la fatica ad addormentarsi da soli, la richiesta di essere imboccati, il ritorno del pollice in bocca…
Ovviamente questi sono solo alcuni esempi; il denominatore comune degli atteggiamenti regressivi va però sempre ricercato nella perdita di un’autonomia ormai acquisita e consolidata e nel ritorno a modalità di comportamento più infantili.
Ma questi movimenti di regressione sono normali o dobbiamo preoccuparci?
Dipende…
Quando il nostro bambino fa una pausa nel suo sviluppo o sembra andare indietro nel cammino verso l’autonomia, non necessariamente sta esprimendo un disagio.
Ricordiamo infatti che lo sviluppo di un bambino è un percorso complesso sia per i rapidi cambiamenti fisici sia per quelli nella relazione con le figure di riferimento.
Inoltre, passando da una fase ad un’altra, il nostro piccolo potrebbe manifestare qualche timore nell’abbandonare le modalità maggiormente conosciute in funzione delle nuove autonomie e quindi, anche se solo momentaneamente, tornare indietro.
In un normale percorso di sviluppo ci sono quindi periodi di grandi progressi e momenti di pausa, entrambi assolutamente normali e funzionali ad una crescita sana.
Quando allora è il caso di preoccuparsi?
Se nel giro di pochi giorni, una volta fatto il pieno di coccole e rassicurazioni, il nostro bambino si mostra pronto a rimettersi spontaneamente in marcia verso nuovi obiettivi, non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Se invece la fase regressiva arriva a durare qualche settimana ed a comprendere diversi ambiti della vita del nostro bambino allora è bene attivarsi e chiedere consiglio al pediatra o ad una figura esperta.
In simili circostanze la regressione che i nostri figli possono manifestare potrebbe essere la rappresentazione di un disagio e nel contempo una vera e propria richiesta d’aiuto.
Quali sono le principali cause della regressione?
Solitamente i movimenti regressivi, sia fisiologici che particolarmente intensi, emergono di fronte ad un cambiamento nella vita o nelle routine del nostro bambino.
Le cause possono essere molteplici e con diversi livelli di gravità… eccone alcune:
- un cambiamento importante in famiglia come la nascita di un fratellino;
- una difficoltà ad affrontare il distacco dalla mamma per la sua ripresa del lavoro o l’inserimento in asilo;
- la separazione dei genitori;
- un’esperienza traumatica vissuta in prima persona;
- il lutto di una persona a loro molto vicina.
A queste possiamo aggiungere anche situazioni più banali e comuni, ma comunque fonte di stress per un bambino piccolo, quali:
- il trasferimento nella casa delle vacanze;
- il rientro a scuola;
- un cambiamento nell’orario della sveglia o dei pasti;
- un conflitto con un amico o un compagno.
Come abbiamo visto, le possibili fonti di perturbazione possono essere molte, gran parte delle quali fuori dal nostro controllo.
Una volta individuata la probabile causa del movimento regressivo è di fondamentale importanza non sgridare il bambino per il proprio comportamento.
Più utile risulta invece aiutarlo ad affrontare il cambiamento che sta vivendo, legittimando le sue difficoltà ed aiutandolo a raccontarle.
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