Qual è la funzione educativa del “no”? Perché è così faticoso per noi genitori dare delle regole ai nostri bambini? Quando è necessario porre dei divieti? Scopriamolo insieme…
Dire dei no, porre dei limiti e dare delle regole è spesso fonte di vissuti difficili e scomodi per noi genitori.
Questo accade perché, sempre più spesso nella società moderna, ci troviamo a confondere il fornire un limite ai nostri figli con la repressione (per approfondimenti potresti rileggere qualche articolo sugli stili educativi!).
Il problema, come abbiamo visto in precedenti articoli, è che i “no” sono fondamentali non solo per la sopravvivenza di noi genitori ma anche, e soprattutto, per il benessere dei nostri bambini.
Il nostro compito allora diventa quello di trovare una mediazione dentro di noi, di superare la fatica al dire “no” al nostro bambino e di comprendere come il fornire un limite sicuro sia innanzi tutto un atto d’amore verso i nostri figli.
Ma perché è così importante dire “no”?
“No” è una parola che ha una funzione importantissima. I nostri figli la ascolteranno spesso sia da noi che dai futuri insegnati, così come anche noi genitori la sentiremo dai nostri bambini.
Genitori e figli devono quindi abituarsi perché questa semplice parola aiuta a porre dei limiti e indica che non siamo disposti ad andare oltre, un modo per insegnare ai nostri piccoli il rispetto degli altri ma anche a far rispettare sé stessi ed a far valere i propri diritti.
Un ulteriore effetto del “no” è che aiuta i bambini ad imparare a tollerare la frustrazione ed a posticipare la realizzazione di un desiderio, altri aspetti fondamentali nella vita adulta.
Quando si deve iniziare a dare dei limiti?
Una delle caratteristiche maggiormente sottovalutate della genitorialità è la sua componente evolutiva.
Spesso ci siamo sentiti dire che genitori non si nasce, ma anche diventarlo non è una svolta che avviene in un unico momento. I genitori infatti si evolvono e crescono nel loro ruolo insieme al bambino.
E così fa anche la funzione educativa del “no”…
Durante il primo anno di vita le esigenze e i desideri del nostro piccolo coincidono; in questa fase il divieto non ha alcun significato ed anzi potrebbe andare a minare le basi di un legame sicuro.
Ma già tra i 9 ed i 14 mesi la situazione cambia. I desideri e la personalità dei nostri bambini iniziano ad emergere e diventa indispensabile cominciare a porre dei limiti.
Un buon esempio per chiarire potrebbe essere quello di un bimbo che scopre quanto è divertente infilare la spina nella presa di corrente…
Dai 14 ai 18 mesi poi il nostro bambino, per quanto non ancora autonomo, comincia a rivendicare una maggiore indipendenza ed a manifestare piccole (si fa per dire…) crisi se non vengono soddisfatte le sue esigenze.
In questo momento dimostrarsi fermi e tenere il “no” diventa fondamentale, per quanto difficile.
Quando è necessario porre dei divieti? Quando il “no” diventa indispensabile?
Le situazioni sono infinite e quindi è impossibile elencarle tutte…
Cerchiamo però di concentrarci su 3 macro-aree comuni a tutte le famiglie:
- Di fronte a comportamenti violenti con altri bambini, con gli adulti e con gli animali; ai nostri figli deve essere chiaro che la violenza non è una soluzione ai problemi e che non è un comportamento consentito.
- In situazioni che mettono i nostri figli in pericolo; dobbiamo infatti ricordare che i bambini non hanno una percezione dei rischi simile a quella che noi adulti abbiamo sviluppato ed è quindi indispensabile proteggerli ed insegnargli cosa si può fare e cosa va invece evitato.
- Quando il comportamento è inadeguato al contesto; come per l’area precedente, dobbiamo tenere a mente che spesso i nostri figli agiscono di impulso e senza sapere se stanno facendo bene. E’ nostro compito insegnargli che a volte è necessario riflettere prima di agire e che i comportamenti possono avere conseguenze spiacevoli.
Quindi dobbiamo dire sempre “no”?
La risposta a questa domanda è… NO!
I limiti aiutano a formare una personalità indipendente, sicura e responsabile solo se usati in modo equilibrato.
Troppi “no” potrebbero invece rivelarsi controproducenti ed essere causa di eccessive frustrazioni che, in alcuni casi, possono sfociare in atteggiamenti ribelli, oppositivi e provocatori.
Per questa ragione è importante dosare i nostri interventi e ricordarci sempre di fornire delle spiegazioni al nostro bambino, magari offrendo delle alternative…
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